Il teatro ha una sua morale. Ogni genere di teatro. Nato come spettacolo politico, il teatro segue il suo destino. Non così il teatro di Pasolini, teatro di sogni e di pulsioni. Orgia è un dramma teatrale, con un prologo e sei episodi. Orgia è un’opera borghese, perché il teatro è borghese nel genere dramma. Al tempo stesso Orgia è radicalmente anti-borghese, contraria alla morale. Ciò che scaccia la morale sono i sogni, di cui è gravido il grembo dell’opera. Scritta nel 1966, Orgia è la prima di sei tragedie di Pasolini. Un uomo e una donna in una casa: l’eterno conflitto dei sessi, l’eterno sadomasochismo del potere. Non ci sono le trame, non si trama contro nessuno, ciascuno è al suo posto: in Orgia il potere è il potere.
cit. Enrico Maria Carraro Moda, autore, interprete e regista
Pasolini scrive “Orgia” nel 1966 e contemporaneamente una giovane “Casco d’oro” Caterina Caselli fa uscire il suo singolo “Nessuno mi può giudicare”. “Orgia”, dramma del giudizio, del pregiudizio, della Rivoluzione che segue alle continue pressioni che il passato opera nella mente dei due sposi, sembra collegato indissolubilmente al testo della meravigliosa “Casco d’oro”. Come ogni binomio teatrale che si rispetti, dei quali siamo invasi nel teatro contemporaneo, in cui sembra che se non metti uno “/” a separare i cognomi dei due drammaturghi sei fuori dal teatro che conta, anche Pasolini/Caselli è al passo con i tempi a distanza di 50 anni. Ma i due artisti – Pier Paolo Pasolini e Caterina Caselli – hanno scritto i loro lavori nel 1966 senza neanche accordarsi sul prodotto da proporre. Due geni? Chissà…
Con Pasolini/Caselli 66 appuntamento al Teatro Trastevere, via Jacopa de’ Settesoli 3, dal 24 al 27 ottobre 2019, dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 17:30.