Stilista romana, Giada Curti muove i primi passi nell’Atelier di nonna Eva, che le insegna l’arte del ricamo e
del taglio sartoriale. Da un gioco di bambina agli studi, dal confronto con le ricamatrici dell’atelier di famiglia
fino alla maturazine attraverso un lungo viaggio intorno al mondo: Giada impara e apprezza la qualità della
seta italiana, la sceglie, la trasforma in favola da indossare. Visioni e ricordi ritornano ciclicamente, attraverso
nuove idee e tanta determinazione. Giada sposa Antonio Curti, titolare dell’omonimo Atelier e firma ogni
creazione presentata anche oltre i confini nazionali a Dubai e Mosca.
Nel 2010 partecipa come stilista emergente all’AltaRoma AltaModa per presentare la collezione autunno
inverno in una applaudita sfilata e preannunciare l’apertura del secondo atelier italiano della Maison – dopo
Pontecorvo – nel cuore della Capitale in Rampa Mignanelli a piazza di Spagna: cinque saloni con ampie
vetrate affacciate sulla piazza barocca.
Giada Curti lega la moda ad un messaggio sociale: lo stalking, creando un abito-denuncia in tulle di seta con
corpetto in seta grigio tortora su cui spiccano le cifre ricamete in swarovski dell’articolo di legge 612. bis, che
condanna le modestie rivolte alle vittime perseguitate da amori violenti. Cucita sulla cintura gioiello una tasca
in seta ricamata, contenitore a sorpresa per lo spray urticante.
Nel 2011 farà nvece sfilare due modelle in abito da sposa per uno dei primi matrimoni gay della moda.
Tributo all’artista russa Tamara de Lempicka.
Mercoledì 2 aprile 2014 alle ore 17,00 Giada Curti ha aperto il Bride Show Dubai con la presentazione in passerella della collezione Haute Couture e Atelier Curti.
Un’occasione unica per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di essere presenti alla più importante manifestazione degliEmirati Arabi dedicati al wedding.
Redazione
Valeria Oppenheimer – F&M Fashion Magazine Speciale Giada Curti PODCAST