Da venerdì 19 gennaio 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “Il declamatore” (Overdub Recordings), il primo album dei Stanislao Sadlovesky.

 

“Il declamatore” è il debut album dei Stanislao Sadlovesky, un viaggio profondo nell’inconscio, una vera e propria esperienza sensoriale che trascende i confini della musica convenzionale. Composto da 10 tracce, questo lavoro si presenta come un’uscita da un’anestesia totale, da un coma farmacologico, da una sedazione. È un trascorso post-operatorio, post-traumatico. È coscienza smarrita, non persa. Tra le ciglia e le pupille rimangono dei residui di ricordi, inafferrabili. È galleggiare nel Mar Morto. Eterna conversazione con sé stessi. È Verbo e Percezione. Un teatro anatomico mentale, sfiorato dalle interferenze del mondo. Una risonante solitudine dechirichiana. Riaffiorano pensieri sconnessi o semplicemente non esternabili. Odissee post-industriali e notti bianche apocalittiche. Nulla sarà più come prima. È sinfonia metafisica, una seduta di psicagogia. È il demiurgo delle stanze dell’inconscio. La voce che arriva da un Altrove soggiornante dentro noi. È diegetica in differita.

 

Spiega la band a proposito del disco: “È la sfrontatezza di rilasciare percorsi che siano al di là di tutto, senza tempo e senza luogo, fuori controllo. Non mi piacciono le cose belle, mi piacciono le cose che stupiscono, direbbe il saggio. Spontaneamente l’ambient(e) che ci circonda è diventato ambient punk. È artigianato elettronico dalla A alla Z, tutto fatto in casa. Assenza di punteggiatura come flusso di coscienza. Un esercizio a corpo libero. Cosa è importante e cosa è inutile? Cosa è apparentemente importante e cosa è apparentemente inutile? Nei particolari, nel minuscolo, forse si racchiudono i mondi. O forse è tutto un inganno”.

 

TRACKLIST:

  1. Quella Bambola
  2. Rimontiamo il girato
  3. Il futuro si fa attendere
  4. Gocce
  5. Latte
  6. Scacco matto in mille mosse:
  7. Rohmer: i racconti delle quattro stagioni (ovvero primavera, estate, autunno, inverno… e ancora estate)
  8. Sangue per zanzare
  9. Trappola per topi
  10. Cerco Stravinskij ma non lo trovo

 

Biografia

Stanislao Sadlovesky. Un’entità ontologica emerge intermittente dall’oscurità, come lampi di magnesio portatori di codici semantici e lessicali altri. Non ha volto, non ha collocazione geografica o anagrafica. È la voce interiore che si colloca tra il metapensiero e il reale, un’allucinazione acustica ipnagogica. Viene da un mondo con cicli solari velocissimi e stagioni dispari, modulate su interferenti flussi di coscienza a più livelli. Domina un senso di sovvertimento di tutte le leggi semantiche e di natura. L’impressione è di conversare con il je est un autre di Rimbaud, osservando le albe di una città a due soli mentre l’asfalto suppura delle rivolte dei vivi, o dei morti che si credono vivi, in una danza macabra ematica. Il cranio viene infilato tra due elettrodi che funzionano come casse sintonizzate su due canali audio divergenti, declinando i pensieri in modi e tempi differenti. Ed ecco che poi il lessico familiare si fa sottolinguale, una sorta di filastrocca autistica, dipanata tra i denti all’inizio di un giorno già finito. Stanislao è un viaggio sonoro, visivo e sinestetico che ci lascia attoniti, stralunati, altrove, con la corteccia cerebrale avvolta nel nastro isolante. Echi sonori sembrano provenire da galassie sconosciute, forse già collassate.  Arrivano come un’onda gravitazionale in differita. È una nuova declinazione (o deviazione) di teatro distopico che spiega se stesso, ogni volta diversamente, senza necessità di esegesi, semplicemente esistendo.

Dopo “Sangue per Zanzare” e “Il futuro si fa attendere” con i relativi videoclip esce il debut album “Il declamatore”, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito da Ingrooves/Universal Music Group, disponibile sulle piattaforme digitali e in formato fisico dal 19 gennaio 2024.