Il prodigioso chitarrista e cantautore Tuareg Mdou Moctar, che dal 2008 dà nuova linfa alla musica Sahariana contemporanea, arriva in Italia con la band che porta il suo nome per una data unica giovedì 22 agosto 2024 al Circolo Magnolia di Milano. I biglietti per il concerto saranno disponibili su Ticketone e Ticketmaster dalle 10 di venerdì 1° marzo.
Funeral For Justice è il nuovo album dei Mdou Moctar, in uscita il prossimo 3 maggio. Registrato al termine di due anni passati in tour dopo la pubblicazione di Afrique Victime, coglie il quartetto nigerino in uno stato di grazia. La musica è ancora più chiassosa, veloce e selvaggia. Gli assoli di chitarra sono arroventati dai feedback e i testi sono appassionatamente politici. Niente viene trattenuto o addolcito. I brani dell’album parlano con durezza della difficile situazione del Niger e del popolo Tuareg. «Questo album è davvero diverso per me», spiega Moctar, l’iconico frontman e chitarrista della band. «Ora i problemi della violenza del terrorismo sono ancora più seri in Africa. Quando gli Stati Uniti e l’Europa sono venuti qui hanno detto che ci avrebbero dato una mano, ma ciò che vediamo è molto diverso. Non ci hanno mai aiutati a trovare una soluzione». «Gli Mdou Moctar sono una band fortemente anticolonialista sin da quando ne faccio parte», aggiunge il produttore e bassista Mikey Coltun, entrato nella band nel 2017. «La Francia è arrivata, ha distrutto il paese e ha detto ‘ora siete liberi’, ma non è vero.»
Mdou Moctar ha iniziato ad esibirsi con la band durante i matrimoni tradizionali nel suo paese d’origine, il Niger, che consistono in eventi davvero grandi e chiassosi, con gli amplificatori al massimo e la partecipazione di tutta la città. Far conoscere questo tipo di energia e senso di comunità ad un nuovo pubblico è stato un obiettivo importante per la formazione. I primi concerti negli Stati Uniti a volte erano organizzati con posto a sedere, ma ora non è più così. Con oltre un centinaio di show alle spalle la formazione si è rivelata come una delle rock band più vitali del mondo, ben radicata nella tradizione Tuareg ma che costituisce innegabilmente una cosa a sé. Un concerto di Mdou Moctar è tutto da ballare, se non addirittura da pogare. «Ilana era un album di presentazione, per farci riconoscere come una band di rock sfrenato. Afrique Victime era un riassunto di quel tipo di visione», dice Coltun, che ha raccolto il risultato di oltre cinque giorni di registrazioni in una casa vuota a nord di New York. «Con Funeral For Justice abbiamo voluto che il messaggio politico avesse un certo risalto, visto tutto quello che sta succedendo. Man mano che la band diventava sempre più compatta e pesante dal vivo, aveva senso catturare questa urgenza e questa aggressività: non è stata una cosa forzata, ma molto naturale».