Al Vittoriano di Roma è ancora in corso una mostra molto interessante su Albero Sordi, l’Albertone” Nazionale”, dove tutti i visitatori e curiosi potranno vedere dal vivo alcuni degli oggetti realmente appartenuti a Sordi, le sceneggiature che rimaneggiò egli stesso o compose, i copioni dei suoi più celebri film, assistere a proiezioni in cui Sordi viene intervistato durante la sua vita, e ammirare una collezione fotografica con tutti i i suoi momenti migliori al cinema, rimasti impressi nella memoria collettiva, la ripresa storica dell’occasione in cui fu sindaco onorario a Roma per un giorno.
Un’occasione davvero unica volta a celebrare uno degli attori italiani più amati e cari ai romani. Il “romano” forse per eccezione, a cui fu sempre cara la stessa “romanità”.
Chi non ricorda infatti, dietro però un concetto molto spinoso, la famosa frase con cui Sordi spiegò perché metteva una sola r alla parola “guerra”, frase che oltre a contraddistinguerlo come un romano “doc”, esprimeva anche per certi versi, che cosa si celava dietro il grande Alberto Sordi. “Grande” perché come tutti veri grandi, Sordi ha faticato e ci ha messo un po’ prima di riuscire ad imporsi.
Appassionato fin da ragazzino alle arti, che si trattasse si musica o cinema, e col sogno nel cassetto di diventare attore drammatico, Alberto Sordi esordì giovanissimo, partecipando come comparsa nel film dedicato a “Scipione l’Africano”. Nei suoi stessi racconti traspare quella leggerezza, quell’allegria che l’hanno reso tanto popolare, ma per chi l’ha conosciuto, anche il fascino di Sordi non è passato inosservato. Come non citare poi le sue qualità oltre che canore, anche di doppiaggio? E’ Sordi che infatti prestava la voce al celebre Oliver Hardy delle “comiche di Stanlio e Ollio”. E al Vittoriano tutti i fan in questa interessante mostra aperta al pubblico sarà possibile ammirare ad esempio lo studio personale di Sordi, con tanto di poltrone e macchina da scrivere, oppure i costumi originali che indossò nei panni del “Marchese Del Grillo”, o ancora la sua bicicletta, i suoi giochi di infanzia. Perché Sordi è stato un uomo aperto al pubblico, che non si è mai risparmiato ed ha sempre condiviso tutto, oggetti privati compresi se si considera questa mostra. Davvero consigliata per entrare al di là delle interviste, nel “quotidiano” di Sordi, in tutte le sue sfumature, in tutti i dettagli. ( Valentina Marchetti )