Due grandi cantautori ,artisti,attori e poeti che hanno influenzato e raccontato l’Italia delle periferie delle borgate di tutti i giorni : insomma l’Italia vera,come in un derby: ironia della sorte uno tifoso del Milan l’altro, anche se romano, di fede Interista , il tutto riportato dalla nostra Valentina Marchetti
Enzo Jannacci , “Ho visto un re…” Jannacci, un grande che ci lascia
Si è spento nelle giornate antecedenti la Pasqua 2013 un altro grande della musica italiana, precisamente il 29 Marzo, Enzo Jannacci, uno dei cantautori che insieme ad altri illustri colleghi come Celentano e Giorgio Gaber ha rivoluzionato il panorama musicale italiano del dopoguerra. Di professione medico, con importanti studi presso in America, Jannacci si è sempre dedicato e rivolto a cantare e narrare di poveri, emarginati, qualcosa che nessuno probabilmente aveva fatto, o aveva fatto come faceva lui. Storiche le sue canzoni “El purtava le scarpe da tennis” e “Vengo Anch’io, No Tu No”. Nacque nel 1935 da padre con origini pugliesi e madre originaria della Lombardia. Frequentò il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci, si legò a Giuliana Orefice nel 1967 da cui ebbe il figlio Paolo, direttore d’orchestra.
Con Gaber e Celentano è ritenuto uno dei pionieri del rock ‘n roll, è stato anche attore e cabarettista, numerosi i premi conferitigli durante la carriera. Consegue al Conservatorio di Milano il diploma in Armonia e Composizione, sono gli anni Cinquanta quando inizia la carriera di musicista, suonando nella band di Celentano agli esordi, con cui si esibisce in numerosi locali, sono gli anni in cui scopre il rock, si avvicina anche al jazz da lì a poco. Frequenta anche i cabaret, precisamente quello milanese, il “Derby” dove conosce Dario Fo, Cochi e Renato con cui lavorerà più volte. Tastierista nei Rock Boys di Tony Dallara (che ne è voce) Jannacci suona (come jazzista) anche per Chet Baker, Gerry Mulligan le tastiere e da Bud Powell impara a suonarla con la sola mano sinistra. C’è anche una collaborazione per Luigi Tenco, con “Passaggio A Livello” brano di grande delicatezza,apprezzato dallo stesso Tenco, che valorizzò molto il lavoro di Jannacci in quanto autore. Una carriera insomma a tutto tondo, che ha imposto Jannacci nella memoria collettiva, nonostante qualche volta i riflettori sembrino averlo poco illuminato. Un uomo oltre che un grande autore sia a livello di testi che performance, non è mai stato dimenticato, figura di rilievo nella nostra storia televisiva e musicale, che ha dedicato una vita all’arte.
Franco Califano :”Er Califfo”
quasi come un tristissimo incontro Nord Sud se n’è andato alla vigilia di Pasqua, il 30 Marzo, Franco Califano. Un altro grande lutto dopo la scomparsa solo poco prima di Enzo Jannacci. Da quanto riportano alcune fonti sembra sia spento in serenità, nella sua abitazione ad Acilia, in provincia di Roma, mentre guardava la tv.
Una morte “comune” per un grande personaggio, che nonostante la celebrità tutti hanno sempre sentito come una persona comune.
E’ stato uno dei cantautori romani che hanno riportato alla ribalta molte canzoni popolari della tradizione romanesca, ma che ha scritto anche pezzi per altri illustri colleghi, basti citare solo “Minuetto” per Mia Martini, tanto per dirne uno, o per Ornella vanoni “La Musica E’ Finita”.
Un altro suo grande pezzo, “Un’Estate fa” fu rivisitato e reinterpretato dai Delta V, riportando così in luce un altro dei suoi grandi successi.
Califano è stato anche produttore discografico, scoprendo i Ricchi e poveri, e ha fondato l’etichetta Lupus, ha collaborato anche con i Tiromancino di cui ha interpretato “Un Tempo Piccolo”, ha anche nel 2005 insieme a loro scritto “Non Escludo Il Ritorno”.
Califano nato a Tripoli nel 1938, ha vissuto oltre che a Roma anche a Milano, ma si sentì sempre romano nonostante questi spostamenti e il suo essere nato in un territorio “turco” ma all’epoca italiano essendo stato acquisito nel 1911 con la guerra italo-turca.
Fu uno dei personaggio più in vista, vuoi per il suo fascino, vuoi per le sue conquiste in campo amoroso, vuoi per la vita all’insegna del lusso e della macchine sportive, vuoi per le vicende giudiziarie che però si risolsero con la “la non sussistenza del fatto”, elemento che Califano ribadì più volte nel corso della sua vita. Oggi si è spento un grande, che probabilmente non tutti hanno capito fino in fondo, uno che non ha mai avuto paura ed è sempre stato coerente durante la sua vita, nel bene e nel male. (Valentina Marchetti)