Cosa accomuna tra di loro artisti del calibro di Renato Zero, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli, Michele Mirabella, Enzo Salvi, Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Isa Di Marzio, Fiorenzo Fiorentini, Nadia Bengala, Gigi Sabani, Rodolfo Laganà, I Vianella, Bobby Solo, Pamela Prati, Mal, Tony Santagata, Stefano Masciarelli, Manuela Villa, I Cugini di Campagna, Mita Medici, il Maestro Stelvio Cipriani, La Schola Cantorum, I Baraonna e tanti altri?
Al di la del fatto che, ciascuno nel suo campo, rappresenta l’eccellenza in termini artistici, in realtà a incasellarli all’interno di un solo e unico fattore determinante incide il prestigio della loro comune appartenenza: la romanità.
Parliamo infatti di artisti e interpreti che, all’ombra del ‘Cuppolone’ sono nati e cresciuti artisticamente, per poi raggiungere il successo mantenendo però integri i valori insiti nel loro DNA, latore degli usi e costumi della Città Eterna.
Una tradizione storicamente lontana quella legata alla canzone romana che, dai fasti popolari degli antichi stornellatori (da ‘er Sor Capanna’ a Trilussa, passando per Petrolini e Villa), ci porta fino ad oggi con gli interpreti della contemporaneità, da Rascel a Fiorini, da Minghi a Stefano Rosso, passando per Baglioni, Barbarossa e Venditti, o i recenti interpreti prima dell’hip hop e ora della trap.
Parliamo dunque di una ‘nobile’ e articolata galleria di personaggi i quali, inevitabilmente ispirati e spinti dai valori dell’appartenenza, hanno sempre dedicato parte della loro produzione alla romanità.
Ma non basta, nel senso che c’è ancora tanto da scoprire e da valorizzare in termini di patrimonio musicale, interpreti e autori, talenti da consegnare al giudizio del grande pubblico.
Su questa linea, nel 1991, ha deciso di impegnare le sue forze Lino Fabrizi, ideatore e organizzatore del Festival intitolato alla ‘nuova’ Canzone Romana (non necessariamente riferita al ‘dialetto’), che da allora, ogni anno, accanto agli ormai consolidati protagonisti della canzone romana, come recita il titolo, affianca i nuovi interpreti.
Un appuntamento che di anno in anno continua a rinnovarsi attraverso un concorso articolato da varie tappe live, nel corso delle quali si giunge poi alla finale del Festival-Concorso.
Per l’occasione, come ormai da tradizione, nel corso della serata verrà conferito il Premio alla Romanità a un esponente per ciascuna di diverse categorie: Arte, Cultura, Sport e Spettacolo.
A condurre la serata sarà Francesco Vergovich, affiancato da Manuela Villa e Cesare Rascel.
Finalisti di questa nuova edizione, nuovi talenti come De Do, Morhena, Lian e Cosimo Ghionna.
Gli ospiti che intervalleranno le canzoni in gara, incoraggiando i loro futuri prosecutori, saranno Edoardo Vianello, I Cugini di Campagna, Luciano Rossi, Gianni Nazzaro, Edoardo De Angelis, Stefano Borgia, Giorgio Onorato, Gennaro Calabrese, Alessandro D’Orazi, Sandro Scapicchio e la compagnia teatrale Quelli del piano di sopra.
Il Festival della Canzone Romana si avvale della Direzione artistica di Lino Fabrizi e di Claudio Berardinelli.
Infoline:
06 3265 991 (Teatro Olimpico)
340 3409 482 (direzione artistica)