Retrospettiva epocale a cinquant’anni dalla nascita di uno dei gruppi musicali più innovativi e influenti della storia: arriva a Roma dopo Londra, in esclusiva per l’Italia, la mostra The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains. Dopo l’enorme successo del debutto di qualche mese fa al Victoria and Albert Museum di Londra, che ha visto la partecipazione di più di quattrocentomila persone, la mostra si sposta al Macro di via Nizza per la prima tappa internazionale.
Presentata dalla sindaca Raggi con il vicesindaco e assessore alla Crescita Culturale Luca Bergamo, insieme a due membri fondatori della band (Roger Waters e Nick Mason), l’esposizione al Macro, Museo d’Arte Contemporanea di Roma di via Nizza, resterà aperta fino al 1°luglio.
Ideata da Storm Thorgerson e sviluppata da Aubrey ‘Po’ Powell di Hipgnosis, che ha lavorato in stretta collaborazione con Nick Mason (consulente della mostra per conto dei Pink Floyd), The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains è un viaggio audiovisivo nei cinquant’anni di carriera di uno dei più leggendari gruppi rock di sempre e offre una visione inedita ed esclusiva del mondo dei Pink Floyd.
Il colossale allestimento del Victoria and Albert Museum di Londra è stato il più visitato di sempre nel suo genere. In esclusiva per l’Italia il Macro ospiterà l’esposizione e lo stesso Mason ricorda che proprio al Piper, a meno di un chilometro di distanza, ebbe luogo uno dei primi concerti dei Pink Floyd in Italia, nell’aprile del 1968. La mostra racconta quale fu il ruolo della band nei cruciali passaggi culturali dagli anni sessanta in poi. Grazie al suo approccio sperimentale, che rese il gruppo inglese esponente di spicco del movimento psichedelico che cambiò per sempre l’idea della musica in quegli anni, la band venne riconosciuta come uno dei fenomeni più importanti della scena musicale contemporanea.
I Pink Floyd hanno prodotto alcune delle immagini più leggendarie della cultura pop: dalle mucche al prisma di The Dark Side of the Moon, fino al maiale rosa sopra la Battersea Power Station e ai Marching Hammers. La loro personale visione del mondo si è realizzata grazie a creativi come il moderno surrealista e collaboratore di lunga data Storm Thorgerson, l’illustratore satirico Gerald Scarfe e il pioniere dell’illuminazione psichedelica Peter Wynne-Wilson.
Il percorso espositivo che guida il visitatore seguendo un ordine cronologico, è sempre accompagnato dalla musica e dalle voci dei membri passati e presenti dei Pink Floyd, tra cui Syd Barrett, Roger Waters, Richard Wright, Nick Mason e David Gilmour. Il momento culminante è la Performance Zone, in cui i visitatori entrano in uno spazio audiovisivo immersivo, che ricrea l’ultimo concerto dei quattro membri della band al Live 8 del 2005 con Comfortably Numb, appositamente mixata con l’avanguardistica tecnologia audio AMBEO 3D, oltre al video, in esclusiva per Roma, di One Of These Days, tratto dalla storica esibizione del gruppo a Pompei.
L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale. “Siamo orgogliosi”, ha sottolineato la sindaca Raggi, “di essere il primo paese fuori dall’Inghilterra che ospita questa mostra colossale, un viaggio nella storia della band”. Un viaggio, appunto: “più che una mostra un’esperienza”, come ha detto il vicesindaco Bergamo. Un’esperienza totale nell’immaginario onirico dei Floyd, visione che ha segnato mezzo secolo e continua a solcare il nuovo millennio.