Stef Burns torna sui palchi con la sua Stef Burns League in una serie di concerti per promuovere l’uscita di “Roots & Wings Vinyl CD” (Ultratempo/Self), box in edizione limitata che conterra’ il vinile con i brani di “Roots & Wings” e il CD con tre bonus tracks.
Il nuovo tour vedrà sul palco Stef Burns, chitarra e voce, con Paola Zadra al basso e Juan Van Emmerloot alla batteria e toccherà oltre all’Italia anche alcune città europee, a partire dal 12 novembre.
12.11.15 ISERNHAGEN (D), Blues Garage – 13.11.15 HASBERGEN-GASTE (D), Gaste Garage – 15.11.15 VELDEN (A), Bluesiana – 20.11.15 BELLINZONA (SVI), Peter Pan – 21.11.15 MONCALIERI (TO), Mcryan’s – 22.11.15 MILANO, Legend Club – 24.11.15 BRESCIA, Seconda Classe – 26.11.15 VICOPISANO (PI), Blitz – 27.11.15 ROMA Osteria Nuova, Crossroads – 28.11.15 GUBBIO (PG), Guitar in Rock
HEAVEN IS BLUE, uscito dieci giorni fa, è il brano che anticipa l’uscita della speciale edizione di Roots & Wings, album che l’artista ha portato in giro con successo durante l’estate in versione power trio.
Molto semplice e immediato, Heaven is Blue è stato girato dallo stesso Stef Burns con l’iPhone durante le vacanze con la sua famiglia nel meraviglioso Salento. Il video si alimenta di una serie di primi piani dell’artista che passeggia lungomare ed una divertente sequenza di personaggi che si divertono, ballano e cantano sulla spiaggia, in un clima allegro e spensierato, con un finale inaspettato.
“E’ un video realizzato con lo spirito del “vivere il momento”, divertendosi su una spiaggia del bellissimo Salento.” – racconta Stef – “Volevo passeggiare vicino al mare cantando la mia canzone e vedere cosa sarebbe successo. Una sorta di home movie, o meglio, un selfie di tre minuti in spiaggia con amici, famiglia e anche altre persone che non conoscevo. Il Salento è un posto che porto nel cuore, e quindi, è anche un omaggio al Salento. Heaven is Blue, scritto con Juan van Emmerloot, parla di come capire e risolvere le cose strada facendo. E… la magia della fiducia.”
ROOTS & WINGS è un lavoro in cui a fare la differenza, sono la varietà di stili e una produzione che, allo stesso tempo, appare old school, ma anche terribilmente moderna: rock classico che strizza l’occhio agli anni settanta e ottanta, quelli della sua formazione, ma che non ha paura di confrontarsi con il presente e di lasciarsi alle spalle alcune certezze del suo passato solista. Per la prima volta, infatti, il chitarrista americano si presenta nella triplice veste di autore, musicista, ma soprattutto cantante e lo fa con una naturalezza sorprendente dimostrando anche di potersi confrontare su più registri. Gli echi musicali sono molteplici e continui e rimandano tanto alle esperienze personali di Stef (l’Alice Cooper più radiofonico, le melodie di Vasco e una spruzzata di Huey Lewis & the News), quanto ai gruppi amati nel corso della propria vita, tra i quali spesso fanno capolino Queen, Van Halen e Foo Fighters, con il faro dell’idolo Jimi Hendrix sempre stabile all’orizzonte: What Doesn’t Kill Us, Something Beautiful, Home Again, e la title track sono i pilastri di un disco che non finisce di stupire nemmeno dopo diversi ascolti.