Vanity Fair dedica a Tiziano Ferro la copertina del nuovo numero, in edicola da oggi mercoledì 19 agosto.

«Il bello dei concerti è che puoi incontrare chi ascolta le tue canzoni. Ho avuto ancora una volta la conferma che la gente è molto più profonda, sensibile, aperta di quello che ci vogliono far credere. Tutte caratteristiche che le donne le hanno in maniera ancora più spiccata. E in più la capacità di discernere, di saper leggere le informazioni. Hanno più forza di volontà e persino fisica, quando è necessario. Mi fido più delle donne che degli uomini, ho più amiche che amici maschi. Praticamente io, a parte il mio manager, lavoro solo con donne. Il mio pubblico è soprattutto femminile? Dico la verità, non mi stupisce affatto».

Reduce dal suo trionfale tour estivo negli stadi, e prima di ripartire per il suo European Tour 2015, Tiziano Ferro racconta a Vanity Fair – che nel numero in edicola da mercoledì 19 agosto gli dedica una specialissima copertina pieghevole in compagnia di modelle che vestono i più bei capi del prêt-à-porter autunno-inverno – dell’Italia del suo pubblico e delle donne, così diversa dall’Italia chiusa e conservatrice che tanto spazio ha nelle cronache politiche.

Anche per questo, dice, quando scelse anni fa di fare, proprio su Vanity Fair, coming out sulla sua omosessualità, non si preoccupò minimamente di perdere una parte del suo seguito femminile: «Perché un musicista può essere sciupafemmine, ma non gay? Chi l’ha detto? Perché un cantante paparazzato ogni volta con una modella diversa è un figo? Sono cliché, stronzate da cui bisogna uscire. E quando decidi che non ha senso seguire queste “regole”, ti rendi conto che la gente è disposta ad ascoltarti e che capisce. Lo dico sempre a quegli amici, e ce ne sono ancora tanti, convinti che nel loro ambiente, per il loro tipo di carriera, dichiararsi omosessuali sia un handicap. “Basta che tu lo spieghi con grande semplicità a chi ti sta intorno, vedrai che la stima che hanno nei tuoi confronti non cambierà”».

Nell’intervista esclusiva a Vanity Fair Tiziano Ferro affronta, tra gli altri argomenti, la decisione della Corte di Strasburgo di condannare l’Italia per il mancato riconoscimento delle unioni gay: «Da noi la mentalità patriarcal-religiosa ha un fan club bello numeroso e temo che ci vorranno parecchi ricambi generazionali prima che succeda qualcosa. Per fortuna, però, le persone vanno avanti lo stesso: mettono su casa, convivono, fanno figli, conosco donne single che sono andate in Francia per congelare gli ovuli e garantirsi la possibilità, un giorno, di avere un bambino. Allargare il concetto di famiglia, e non parlo solo dei gay, darebbe anche più libertà alle donne… Senza contare che dare un posto nel mondo a chi già esiste sarebbe un vantaggio in generale». E sui segnali di apertura di Papa Francesco: «Le parole, la forma, le apparenze contano e avere un rappresentante di Dio in terra che parla di amore verso il prossimo, comprensione, misericordia, carità, fa piacere. Vorrei che dalle parole si passasse ai fatti».