La prima chitarra a 4 anni, a 9 l’esordio da professionista, a 12 i primi riconoscimenti. “Maestro della chitarra acustica”, “leggenda del fingerstyle”… Le etichette si sprecano quando in ballo c’è Tommy Emmanuel, straordinario chitarrista australiano che da molti anni incanta le platee di mezzo mondo.

Lunedì 5 novembre lo ritroveremo sul palco dell’Obihall di Firenze (ore 21 – biglietti posti numerati 23/30/37 euro – prevendite nei punti www.boxofficetoscana.it/punti-vendita tel. 055.210804 e online su www.ticketone.it tel. 892.101 – info tel. 055.667566 – 055.6504112 – www.bitconcerti.it) a due anni dall’ultimo sold-out fiorentino.

Il tour segue l’uscita dell’album “Accomplice One”, in cui Tommy Emmanuel ha incrociato la sua sei corde con quelle di Mark Knopfler e Jorma Kaukonen e di altri big. Ad aprire il concerto sarà un altro eccellente chitarrista, Jerry Douglas, al suo debutto davanti al pubblico italiano.

“Accomplice One” conferma l’indole eclettica di Tommy e la sua capacità di pennellare, con fluida e suadente maestria, paesaggi country, scenari blues, atmosfere jazzate e schegge di rock. L’album alterna nuove interpretazioni di classici e brani inediti.

“Per me, la musica è collaborazione, la spinta che arriva dall’energia di un altro essere umano – spiega l’artista – anche quando suono da solo, cerco di tradurre in musica le emozioni che sento arrivare dal pubblico”.

Dall’alto di una carriera ormai ultra-quarantennale, Tommy Emmanuel è ritenuto il massimo esponente della chitarra acustica a livello mondiale. Il suo approccio allo strumento ha ridisegnato i confini del fingerstyle, portando al grande pubblico un genere che una volta avremmo definito “per cultori”.

Tra i suoi classici impossibile non ricordare brani come “Who Dares Wins”, “Stevie’s Blues”, “Hearts Grow Fonder”, “When You Come Home”… Ma ipotizzare una scaletta del concerto è sempre difficile. Dal vivo Emmanuel segue l’istinto del momento, attingendo a un repertorio vastissimo che spazia dal country al folk, al blues, al bluegrass e al jazz. E che chiama in causa, spesso, le sue grandi muse, Chet Atkins ed Hank Marvin.

Tra i riconoscimenti spiccano due nomination ai Grammy, due Aria Award assegnatigli dalla Recording Industry Association australiana, svariate lauree honoris causa, per non parlare dei tronfi ai readers poll di “Guitar Player” e della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Sidney, che lo vide ospite musicale insieme al fratello Phil.

Tommy Emmanuel è stato insignito inoltre della medaglia dell’Order of Australia per il suo impegno nel sociale come sostenitore di “Kids Under Cover”, associazione che si occupa di assistenza e istruzione per giovani senza tetto.

Non è da meno Jerry Douglas, maestro del dobro e vincitore di 14 Grammy Awards. Per lui per la chitarra resofonica rappresenta quello che per Jimi Hendrix era la chitarra elettrica.
Il suo dobro aleggia in oltre 1500 album, sia come solista che come membro di gruppi come J.D. Crowe & the New South, Alison Krauss and Union Station e gli Earls of Leicester, per non dire le collaborazioni con Paul Simon, James Taylor, Ray Charles, Elvis Costello e Garth Brooks.
La sua musica incorpora elementi di bluegrass, country, rock, jazz, blues e tradizione celtica. Douglas è inoltre il co-direttore musicale dell’acclamata serie televisiva BBC “Transatlantic Sessions”. L’ultimo lavoro della Jerry Douglas Band, “What if”, è uscito nell’agosto dello scorso anno.

Tommy Emmanuel e Jerry Douglas saranno in concerto anche domenica 4 novembre al Teatro Politeama Genovese.